Videosorveglianza

Sistemi di Videosorveglianza e Tvcc

Un sistema di videosorveglianza è molte volte associato ad un impianto di allarme antintrusione, dato che consente una sinergia fra la parti per garantire una sicurezza a ottimale.

Solitamente è composto da una o più telecamere, anche di diversa tipologia o tecnologia, da un dispositivi di registrazione, DVR (acronimo di Digital Video Recorder) oppure NVR (Network Video Recorder), destinato a memorizzare, registrare ed archiviare le immagini riprese da ogni singola telecamera installata e collegata, per un tempo utile per poter essere riprodotte, estrapolate in supporto mobile ed eventualmente consegnate alle forze dell’ordine come prova di eventuale reato o tentativo di reato.

La videosorveglianza si è diffusa anche in ambito domestico grazie al basso costo delle telecamere e alle prestazioni qualitative in termini di risoluzione video sempre più ottimali.

Inoltre,  grazie all’avvento di connessioni domestiche sempre più veloci (adsl, fibra ottica, rete 4G, ecc.) è possibile monitorare, da smartphone o da altro dispositivo dotato di connessione di rete, il domicilio di interesse da remoto e in qualsiasi istante. Idem per edifici commerciali, industriali e analoghi.

Sono da preferire telecamere cablate piuttosto che wireless o wifi, telecamere ad alta risoluzione da almeno 2 Mega pixel con ottica varifocale o meglio ancora motorizzata, di tipo digitale, cioè capace di elaborare e correggere con appositi algoritmi le immagini riprese e renderle più nitide.  Sono sconsigliati  kit videosorveglianza “fai da te” preconfezionati e di bassissimo livello, reperibili su internet e spesso non idonei a garantire i requisiti minimi di sicurezza. 

Possono essere dotate di appositi filtri meccanici infrarossi, sovrapponibili tra l’ottica e il sensore cmos della stessa telecamera, per garantire ottimi immagini a bassissime condizioni luminose.

Per mezzo di un monitor collegato al dispositivi di registrazione, nella maggior parte dei casi DVR, è possibile vedere in tempo reale tutte le immagini che le telecamere stanno riprendendo, oppure, riprodurre ciò che è stato registrato fino a quel momento, ricercando l’evento per data e ora, avanzando il filmato velocemente, facendo una ricerca più lenta ed accurata, oppure visionando ogni singolo fotogramma.

Attenzione: l’installazione di un sistema di videosorveglianza o tvcc è soggetta ad autorizzazioni preventive, qualora venga installato in ambienti lavorativi o pubblici, per non incorrere in sanzioni economiche o violazione in termini di tutela della privacy (GDPR). La normativa sulla videosorveglianza viene regolamentata direttamente dal Garante della Privacy. Questo perché si tratta di un’attività molto invasiva che rischia di violare la privacy delle persone, soprattutto se riprese in maniera inconsapevole.


Videosorveglianza nei luoghi di lavoro
La videosorveglianza sui luoghi di lavoro viene utilizzata anche per ottimizzare la produttività, tuttavia si scontra pesantemente con le disposizioni in materia di tutela della privacy del GDPR (Regolamento Europeo 2016/679). Da sempre la normativa ha cercato di trovare un compromesso tra l’esigenza di ridurre il numero di reati legati ai furti e il diritto alla riservatezza di chi viene ripreso.


Videosorveglianza nei luoghi privati
Chiunque ha il diritto di installare delle videocamere di sicurezza all’ interno di uno spazio privato e non è necessario richiedere il consenso di nessuno.

Se le riprese invece riguardano spazi collettivi (condomini o aree comuni) o luoghi di passaggio pubblico, bisogna fare molta attenzione a cosa si inquadra. In ogni caso bisogna richiedere il consenso degli altri condomini e inserire almeno un cartello che avvisa che l‘area è videosorvegliata.

E’ importante sottolineare che chi detiene le immagini non può visionarle quando vuole, come se fosse un proprio canale video privato. Le immagini possono essere visionate solo nel caso in cui si verifichi un reato alla proprietà protetta.

Normativa videosorveglianza sui luoghi di lavoro
Il datore di lavoro NON PUO’ IN NESSUN CASO controllare i propri dipendenti con un sistema di videosorveglianza, né può giustificare dei provvedimenti disciplinari in base alle immagini ottenute.

Le sanzioni sono molto severe – a volte anche penali – per chi utilizza questo tipo di impianto in maniera impropria. Inoltre non possono essere installate ovunque: no spogliatoi, bagni o ambienti simili. Non possono essere utilizzate telecamere finte perché violano i 4 principi stabiliti dal Garante che vedremo a breve.

I capisaldi della normativa sulla videosorveglianza
Come precisa anche il sito dei Carabinieri, questo impianto di protezione deve avvenire rispettando 3 principi:

  • principio di liceità: questo vuol dire che i dati personali devono essere trattati secondo le disposizioni di legge.
  • principio di necessità: l’impianto deve essere davvero necessario per perseguire degli obiettivi (sicurezza, deterrente ai furti, …). Va escluso ogni utilizzo superfluo.
  • principio di proporzionalità: le videocamere di sicurezze devono essere solo l’ultima possibilità, cioè nel caso in cui tutte le altre misure adottate si rivelino insufficienti o non siano praticamente attuabili.
  • principio di finalità: l’installazione di un impianto di videosorveglianza deve perseguire degli obiettivi di tutela della proprietà privata e non di quella pubblica.

Obblighi normativi sulla videosorveglianza
Il DM 37/08 stabilisce che anche gli impianti di videosorveglianza devono essere installati da tecnici professionisti abilitati che al termine sono tenuti a rilasciare una dichiarazione di conformità dell’impianto, così come per gli impianti elettrici.

Sul cartello deve essere riportato il titolare del trattamento dati e il fine della ripresa. Solo gli incaricati al trattamento possono visionare le immagini e solo se c’è una reale necessità.

cartello-videosorveglianza-normativa

Quindi a meno che non si tratti di un sistema montato su uno spazio di proprietà e che monitori un suolo privato, l’impianto di videosorveglianza non si può improvvisare. Anche nei condomini, l’amministratore deve essere consapevole

Per quanto tempo possono essere conservate le riprese
Le riprese possono essere conservate al massimo per 24 ore, poi vanno cancellate. Solo alcuni tipi di attività, come le banche o alcuni enti locali possono conservare le immagini fino a 7 giorni.

I soggetti ripresi devono poter accedere ai video in cui sono stati ripresi, così da verificare le modalità di utilizzo del sistema.

Alcuni casi pratici
All’ interno della propria abitazione può essere installato un sistema di videosorveglianza. Non possono essere utilizzate però per controllare eventuali lavoratori presenti come collaboratori domestici, baby sitter, badanti…

  • Non è consentito l’uso di telecamere all’ interno di aule universitarie.
    Possono essere installate invece nelle scuole, a patto che rispettino le indicazioni del garante.
  • Le telecamere di sicurezza non possono essere utilizzate per monitorare le prestazioni dei dipendenti o di lavoratori. In questo caso esiste una regolamentazione a parte (art.88 GDPR, art.4 dello Statuto dei Lavoratori, D.Lgs 151/2015.